martedì 14 giugno 2016

Storie di AMORE e AMIANTO per il concorso Cavalli - La salute e l'ambiente.

Le classi seconda e terza B del corso Operatore ai Servizi di Vendita dell'A.F.T. For.al di Casale Monferrato, all'interno del concorso Guglielmo Cavalli – La salute e l’ambiente, bandito dall'Afeva in collaborazione con la Cgil e con il Comune di Casale Monferrato, hanno realizzato una storia raccontata in forma di fumetto, pensata e disegnata da Ilenia, studentessa della classe 2B. Partendo proprio da questo spunto artistico, le due classi, suddivise in gruppi, hanno elaborato una serie di brevi racconti che continuano la storia di Anna e Emanuele, protagonisti del fumetto. 











I racconti

Beatrice e Giuseppe

Anna, dopo una lunga lotta contro questo male, purtroppo muore e lascia la sua famiglia, il suo ragazzo e il suo cane a soli 20 anni.
Passati i giorni dopo la morte di Anna, Emanuele partecipa a un corteo per chiedere giustizia per le persone che sono morte a causa dell’amianto a Casale Monferrato.
Purtroppo il processo di giustizia è molto lungo e nel frattempo apre una campagna per tutti i famigliari delle vittime dove ognuno di loro racconta la storia del proprio caro. Con tutte le testimonianze, Emanuele decide di scrivere un libro e di pubblicarlo in tutto il mondo.
Il libro ha molto successo e molti Paesi del mondo decidono di venire a Casale e conoscere in prima persona i famigliari delle vittime e anche il promotore di questo libro, Emanuele.
Emanuele nella sua testimonianza racconta tutto quello che ha passato la sua ragazza, così giovane eppure tanto malata, tutte le sofferenze di ogni giorno e le lacrime che ha versato, il tempo trascorso per starle accanto, perché in quel momento lui preferiva stare vicino a lei, anche se sapeva che non sarebbe riuscita a sopravvivere, invece di passare i giorni e le serate con i suoi amici. I soldi che guadagna da questo libro, Emanuele decide di donarli a tutte le associazioni di persone e bambini malati.  
Dopo tre anni, purtroppo anche a Emanuele viene diagnosticato il mesotelioma e dopo qualche mese muore anche lui.


Isabella, Gianluca e Samuele

Era una bella giornata di primavera, Anna continuava la cura della sua malattia, appoggiata dal fidanzato Emanuele e dai suoi amici i quali, venendo a conoscenza della misteriosa malattia terminale che l’avrebbe portata ad abbandonare le persone a lei care, la aiutavano ad affrontare la vita di tutti i giorni.
Il giorno seguente Anna, sentendosi molto affaticata, non se la sentì di andare a scuola; i suoi amici ed Emanuele preoccupati della sua assenza, decisero di passare da lei dopo scuola. Quando arrivarono a casa sua, lei aprì emanando un sospiro di sollievo e di felicità, ma dopo un istante ebbe un crollo fisico che la face cadere per terra. Emanuele la prese subito e la portò di corsa in ospedale.
Una volta arrivati i medici la portarono a fare gli esami. Con molta suspance i suoi amici aspettarono per molte ore prima di avere notizie sulla povera Anna. All’improvviso arrivò una persona con un camice bianco che si diresse verso Emanuele e gli amici, comunicando loro che lo stato di Anna era molto grave e che sarebbe stata ricoverata d’urgenza.
Emanuele, aiutato dai suoi amici, passò giorno e notte in ospedale ad assistere Anna e a farle compagnia. Durante quel periodo Anna fece molti esami che portarono i medici a capire che per lei non c’era più niente da fare, nemmeno la chemioterapia aveva effetto.
Dopo tre settimane di giacenza in ospedale, una sera Anna stava più male del solito e quindi i medici decisero diaumentare la dose di antidolorifici. Peggiorò talmente tanto che ebbe bisogno di una macchina che la tenesse in vita. Improvvisamente si sentì un suono forte e cruento: l’alimentatore che teneva in vita Anna smise di dare segnali di vita.
I medici subito accorsero ma ormai era tardi, il cuore di Anna si era fermato.
Emanuele, nonostante il forte dolore che attanagliava il suo cuore, si presentò al funerale senza però riuscire a far cadere una lacrima.


Ilenia e Luca

Passati vari anni dopo la morte di Anna, Emanuele ormai adulto, completamente sconvolto, andò alla ricerca di se stesso e decise di intraprendere un lungo e duro viaggio formativo e avventuroso, durante il quale il ragazzo avrebbe affrontato le bellezze e i pericoli della natura selvaggia. Questo ‘’viaggio’’ era considerato come una terapia per Emanuele, pronto a guarire dalle sofferenze e a ricominciare una nuova vita.
Arrivò il fatidico giorno della partenza. Emanuele preparò il suo zaino con tutto il necessario per affrontare la sfida, dato che avrebbe vissuto all’aperto, tra boschi e deserti, con vento, pioggia e sole. Allacciò l’ultima scarpa e si preparò per uscire.
Decise di iniziare dal pericoloso deserto fino ad arrivare verso le campagne dello stato vicino, purtroppo però prima di arrivarci ci avrebbe messo quasi due settimane a piedi, se avesse avuto un passo veloce e tenendo sempre lo stesso ritmo. Emanuele però, non abituato ancora a tutto questo, trovò varie difficoltà solo nella prima parte del viaggio. Si ritrovò senza attrezzatura dato che la sua, per qualche strana ragione, non funzionava e le sue scarpe da trekking erano troppo strette e quindi gli avevano causato gravi lesioni: avrebbe dovuto aspettare fino all’arrivo della prossima tappa per farsene inviare di nuove.
Con fatica riuscì ad arrivare alla tappa successiva ed ebbe grossi dubbi se continuare o meno. Sapeva quello che l’aspettava e tutto quello che gli è successo era stato solo un assaggio rispetto a tutto quello che avrebbe dovuto ancora sopportare, anche perché la sua ultima tappa sarebbe stata la montagna e nei due mesi successivi sarebbe stata sicuramente innevata. Pensò a lungo sul da farsi ma anche se era stanco, malnutrito e pieno di lividi a causa del pesante zaino, decise di continuare perché se solo ripensava ad Anna e ai giorni passati senza lei, non riusciva a muoversi, non voleva tornare a star male.
Fatta l’alba e con nuove scarpe partì verso la collina, la pianura, i boschi, i campi e la montagna. Con un solo obiettivo: ‘’nuova vita e nuovi pensieri’’.
Si ritrovò davanti a un ponte e in mezzo alla nebbia fece un respiro e si sporse tentando di guardare il vuoto. Si girò, guardò la strada che aveva fatto fino ad ora e continuò in avanti, anche se con la nebbia non si riusciva a vedere quasi nulla ma gli piaceva, quella sensazione gli dava l’idea di avventurarsi verso qualcosa che ancora non riusciva a vedere, ma che era pronto a scoprire, bello o brutto che fosse. E con passo deciso si avventurò nella fitta nebbia senza fare ritorno.


Ilaria e Lorenzo

Dopo la morte di Anna, Emanuele iniziò a fare delle ricerche sull’amianto.
Così decise di proseguire gli studi e dopo aver finito le scuole superiori, decise di iniziare l’università di Medicina. Lì, al primo anno conobbe una ragazza di nome Martina con la quale iniziò a frequentarsi assiduamente.
Si trovarono molto bene insieme e decisero di fidanzarsi decidendo di continuare ad approfondire insieme la ricerca sugli effetti che provoca l’amianto. Una sera Emanuele e Martina, durante le ricerche stamparono vari questionari da distribuire all’università per capire se i loro coetanei conoscevano le possibili malattie che poteva provocare l’amianto.
La mattina dopo distribuirono i questionari e a fine giornata li raccolsero per verificare i risultati. Capirono, tramite questi sondaggi, che molte persone che frequentano l’università non erano a conoscenza dei disturbi che provocava l’amianto.
Emanuele iniziò a cercare il lavoro per pagarsi gli studi e dopo varie ricerche di lavoro, riuscì a trovare lavoro presso un’azienda di edilizia. Iniziò a lavorare per 5 ore al giorno e riuscì così  a pagarsi gli studi. Dopo anni di lavoro e di studi ottenne la laurea in medicina, e potè così realizzare il suo sogno di trovare una cura per l’amianto. Purtroppo però ci furono vari episodi che portarono a molti litigi fra Martina e Emanuele e quindi decisero di lasciarsi.
Dopo un po’ di tempo riuscì a riprendersi da questo evento e continuò la sua vita tranquillamente, ma dopo anni di lavoro, si accorse di iniziare ad avere i primi sintomi del mesotelioma. All’inizio pensò che non fosse nulla di grave ma le sue condizioni peggiorarono a breve, però non voleva andare da nessun medico che potesse aiutarlo a curarsi perché era convinto di riuscirci da solo, visti i vari studi che aveva compiuto da giovane.
Una mattina si svegliò senza forze, faticando a respirare; capì allora che non vi era alcun modo per curare il mesotelioma.
Il giorno in cui morì, fu lo stesso giorno che morì Anna.


Natalia e Stefano

Dopo la morte della sua ragazza Emanuele pensò di fare un questionario per informarsi sulla malattia che aveva colpito la sua ragazza.
Emanuele continuava a ripensareai momenti passati con Anna; sono passati giorni, settimane, ha finito il questionario e lo ha somministrato alle persone che  passavano per strada e agli allievi delle scuole. Ad Emanuele mancava tanto Anna, ogni volta che chiudeva gli occhi lasentiva come se fosse vicina a lui, sentiva la sua voce che diceva che andava tutto bene. 
Pochi giorni dopo raccolse i questionari compilati. Emanuele rimase molti giorni a guardarlie studiarli e alla fine fece un grafico. Grazie alle ricerche su internet ha capito che Anna era stata colpita dal mesotelioma. Lei non gli aveva detto niente per non farlo preoccupare perché sapeva benissimo che non l’avrebbe lasciata in quei momenti e non voleva vederlo soffrire. Quando lei era con lui non faceva notare che stava male, stava molti giorni in casa perché non riusciva a camminare. Anna continuava a non voler parlare con nessuno, neanche con Emanuele. Lui la chiamava ogni giorno e lei non rispondeva neanche ai messaggi o al telefono. Sono passati dei giorni, Emanuele decise di andare a casa di Anna, aprì la porta sua madre che apparì pallida e con gli occhi rossi perché piangeva. Emanuele le chiese cos’era successo e dove era Anna. Sua madre le rispose che Anna stava molto male e lui, spaventato, iniziò a correre sulle scale fino in camera di Anna. Quando aprì la portafu felice di vederla ma si rattristì appenala videstar male sul letto, con il medico vicino. Le si avvicinò e le ha chiesto, piangendo, perché non gli ha mai detto niente della sua malattia e che lui avrebbe potuto starle vicino nei suoi momenti difficili. Lei gli ha detto che non voleva vederlo soffrire e gli ha chiesto scusa ma gli ha detto che doveva lasciarla stare perché in futuro che avrebbe trovatoun'altra ragazza.
Lo salutò con le seguenti e ultime parole: ‘’Ti amo così tanto come non ho  amato nessuno mai’’.


Arjola, Hanane, Enea

Dopo la morte di Anna, Emanuele il ragazzo di Anna afflitto dalla morte della sua ragazza, decise di attuare delle ricerche riguardanti la malattia che provoca l’amianto, e su come evitare la morte di altre persone.
Cominciò ad andare in biblioteca, su internet e altri mezzi di ricerca per avere sempre più informazioni.Non si dava pace: la mancanza di Anna lo distruggeva interiormente; con lei aveva creato una vita perfetta, aveva in mente figli ed un matrimonio e altri progetti insieme alla sua amata.
Ogni notte, quando cercava di prendere sonno, chiudeva gli occhi, ma il pensiero di Anna lo perseguitava, sentiva un peso dentro, non sapeva cosa sarebbe stato di lui senza lei, cercava nel cuscino di Anna il suo profumo.Ormai Anna non c’era più e lui non riusciva a farsene una ragione.
Era dimagrito, gli erano venute le occhiaie e aveva sempre più intenzione di continuare la sua ricerca, come se fosse una rivendicazione per Anna, per dare a qualcun altro un finale migliore del suo.
Ormai viveva solo per questa ricerca.
Tutti sapevano della morte di Anna, dunque Emanuele decise di consigliare a chiunque avesse la stessa malattia di Anna, di confidarsi e parlarne con le persone care in modo da farsi donare affetto per gli ultimi giorni della loro vita. 
Da quando Anna non c’era più, Emanuele trascurava le faccende di casa: era lei a fare il bucato, fare la lavastoviglie, stirare, piegare i panni. Adesso casa era diventata un disastro: vestiti da piegare, da lavare, piatti sporchi...
Anna era figlia unica, ed era l’unico amore dei suoi genitori. Dopo la sua morte i suoi genitori si sentivano soli, tristi e depressi. La gioia della loro vita non c’era più e loro non avevano potuto far niente. Emanuele si sentiva in colpa, voleva fare qualcosa per evitare la sua morte ma non ci era riuscito, dunque ora più che mai cercava di stare accanto a loro, a far loro le commissioni e ogni minima cosa per essere d’aiuto e dare compagnia perché entrambi avevano perso la ragione della loro vita.
Diventò come un figlio per loro. Decise così, di trasferirsi da loro per tante motivazioni: primo non doveva fare lui le faccende di casa, secondo poteva stargli veramente in tutti i sensi accanto.
Emanuele dopo approfondite ricerche e senza darsi pace, ha scoperto che questa malattia (ovvero il mesotelioma) può colpire chiunque e ancora oggi non può essere curata.


Francesca, Jasmine e Andrea

Emanuele, dopo aver perso la sua amata Anna, passò un calvario di depressione durante il quale rimase rintanato in casa per circa un anno e sfogliando l’album dei ricordi gli venivano in mente molti ricordi che gli scuotevano forte il cuore.
Dopo una delle tante notti trascorse tra lacrime e pensieri si risvegliò con nuove prospettive e con la voglia di dare una svolta alla sua vita.
Decise quindi di approfondire le cause che hanno portato alla perdita della sua amata Anna e si recò nella biblioteca del paese per fare accurate ricerche e dare delle risposte ai suoi quesiti.
Venne a conoscenza della malattia che colpì la ragazza e trovò varie cause, la più plausibile era dovuta all’inalazione di sottili polveri di amianto.
Uscendo dalla biblioteca, si recò a casa dei genitori della ragazza per porgli un saluto e mise la sua auto davanti al garage sotto la tettoia. Scendendo dal veicolo, si accorse che il tetto della casa a fianco era fatto di Eternit.
Recandosi all’interno della casa pensò alle varie cose che aveva scoperto in biblioteca e ripensando a quel tetto, iniziò quindi a collegare le varie cause che potevano aver portato alla  morte della fidanzata.
Dopo aver trascorso la serata con la famiglia di Anna, tornò a casa e fece ricerche mirate su internet e si interessò principalmente sulla bonifica effettuata nel suo paese per l’amianto.
Trascorsa la notte tra libri e internet, decise di non tenere nascoste le varie cose da lui scoperte e si recò nel Comune di appartenenza per poter dar voce alle sue teorie. Organizzò una conferenza per far conoscere meglio alla popolazione i vasti problemi riguardanti l’amianto. Il comune quindi decise di appoggiarlo in tutte le sue teorie e ad aiutarlo a fondare un’associazione in memoria di tutte le persone che a causa di queste polveri sono morte.
Venne così chiamata “Eternit Giustizia!”: questa associazione si impegnava a dare un sostegno morale alle famiglie che hanno perso i loro cari e far sentire la propria voce non solo nel loro paese, ma in tutto il mondo.
Emanuele era fiero di aver fatto qualcosa in memoria della sua amata Anna e dopo una conferenza con il Presidente della Repubblica gli venne proposto di girare il resto del mondo per informare tutti quanti di questo pericoloso materiale edilizio.
Iniziò così la sua avventura, girando per scuole, Comuni, Università, Ospedali.
Dopo un lungo periodo passato a trasmettere a tutte le persone le sue informazioni e la sua storia, si sentì sollevato e fiero di ciò che aveva compiuto.

Durante i suoi lunghi viaggi, incontrò una giovane ragazza affascinante e interessante. Essa aveva atteggiamenti e lineamenti che portavano il ragazzo a ricordare la sua amata Anna. Idue iniziarono a frequentarsi e presto si innamorarono e insieme continuarono a portare questo messaggio sull’ Eternit.
Insieme ebbero due meravigliosi bambini, che una volta cresciuti seguirono le orme del padre e portarono avanti l’associazione con i suoi ideali.
Nonostante la vita di Emanuele sia andata avanti e abbia trovato un’altra persona che lo rese felice, nella sua mente e nel suo cuore, portava comunque sempre il ricordo della sua amata ANNA.


Elisea, Giulia, Sharon e Federica

Dopo la morte della sua amata Anna, Emanuele si sentì in colpa per non aver fatto nulla per aiutarla e così inizio ad entrare in una forma di depressione. Dopo alcuni mesi il suo migliore amico di nome James decise di parlargli per provare a farlo uscire da questa sua tristezza; insieme decisero di parlare con i loro coetanei e chiedere se erano al corrente di qualche notizia sull’amianto.  Hanno scoperto, così, che molte persone non erano a conoscenza dei problemi relativi all’amianto.
Anna era una ragazza molto conosciuta perché aveva un carattere umile e generoso, era sempre disponibile con la gente e faceva parte di molte associazioni di beneficenzache aiutavano ragazzi e bambini affetti da tumori. Parlando con i famigliari di Anna, decisero di fare una ricerca sulle conseguenze che avrebbe portato questo materiale.
Dopo un anno e mezzo vennero a conoscenza che per colpa dell’amianto sono morte molte persone e decisero di formare un’associazione in memoria di Anna, e la chiamarono “In Memory Of Anna” contro l’amianto, per poter aiutare le persone che soffrono delle malattie causate da ciò. Ogni giorno i membri di quest’associazione andarono a far visita a molte persone che purtroppo erano affette dalle malattie che provocava questo materiale tossico e promisero che ce l’avrebbero messa tutta per sostenerli.
In quei giorni James non si fece vedere ed Emanuele andò a casa sua e lo vide coricato nel letto a tossire e notò che aveva gli stessi sintomi che questa malattia procurava. Lo portò in ospedale e i medici purtroppo confermarono che era affetto da una malattia legata all’amianto.
Grazie a questa associazione, che divenne famosa, riuscirono a raccogliere abbastanza fondi per trovare le cure per alcune malattie causate dall’amianto e per aiutare James a sconfiggere questa malattia. Trovarono anche dei lavoratori che aiutarono le famiglie con problemi economici, a togliere il resto di amianto che in futuro li avrebbe uccisi. Dopo la morte di Anna, Emanuele fu soddisfatto di aver salvato altre persone affette da questa malattia ed è grazie ad Anna se è riuscito a curarle.  


Sofia, Chiara e Lorenzo

Emanuele assiste al funerale di Anna e per la tristezza che portava con sè quel giorno, svenne e battè la testa al suolo.Lo portarono di urgenza in ospedale e facendo varie analisi, passarono giorni senza che Emanuele ricevesse alcuna notizia riguardante i suoi referti.
Dopo qualche giorno i medici dichiararono che aveva contratto da poco il mesotelioma.Disperati da questa notizia consolarono il ragazzo dicendogli che in ospedale si tenevano degli incontri con persone che soffrono di tumore.Essi aiutavano molto a sfogarsi e a conoscere persone nuove con cui approcciarsi. Emanuele non voleva avere nessun rapporto con nessuno, voleva isolarsi e non voleva curarsi perché pensava fosse meglio morire che soffrire come Anna; non voleva provare le stesse sensazioni che aveva provato lei. Dopo qualche settimana di profonda tristezza, decise che la sua vita doveva cambiare. Doveva essere una persona allegra: tutti dovevano vedere che qualcosa in lui lo aveva stimolato a cambiare.
Emanuele decise di godersi la vita che gli poteva rimanere provando gli stupefacentima dopo un po’ si accorse che ciò non lo portava a stare veramente meglio. Continuava a provare rimorsi e sensi di colpa, soprattutto perché pensava di non essersi comportato in modo corretto nei confronti di Anna.
Decise quindi di non usarne più e di iniziare adesaudire tutte le cose che avrebbe voluto fare Anna: iniziò ad aiutare gli anziani che avevano bisogno di aiuto, andò alle riunioni riguardanti le persone che avevano bisogno di parlare dei propri problemi, andò in un paesino vicino a Londra dove Anna viveva da piccola, adottò un cane, fece un corso di cucina che Anna ambiva da molto, comprò un negozio di fiori: Anna amava molto i fiori e la Primavera.
Dopo svariati anni in cui Emanuele condusse una vita travagliata e sofferente per colpa della malattia, un giorno decise di andare a visitare la tomba di Anna per l’ultima volta: dentro di sé sentiva che la malattia lo stava portando alla fine. Lo stesso giorno infatti morì felice di poter rincontrare la sua amata.


Suela, Syria e Joshua

Emanuele dopo la morte della sua ragazza, decide di promuovere una campagna per raccogliere fondi per la ricerca di una cura in modo da aiutare altre persone colpiti da questa terribile malattia.
Oltre a promuovere questa campagna, decide anche di intraprendere degli studi per approfondire la ricerca alla cura. Così inizia a viaggiare per gli ospedali dove ci sono altre persone malate di mesotelioma.
Incontra tanta gente, con tante storie diverse, ma quella che lo colpisce di più è quella di Anna, una bambina di 10 anni. Anna è in cura da diversi mesi. Lui decide di aiutare lei e la sua famiglia per condividere con loro la speranza che la piccola Anna guarisca.
Col tempo Anna peggiora e la sua famiglia è distrutta. Emanuele vedendo che anche questa bambina sta rischiando di morire, usa tutte le sue forze e la campagna che aveva promosso per salvarla. Riesce a sensibilizzare molte persone tanto da accelerare la ricerca. Chiede aiuto a molti medici che riescono a trovare la cura per la malattia, ma purtroppo alcune persone non riescono a sopravvivere.
Per la piccola Anna le cure sembrano non funzionare, fino a quando un giorno, dopo gli ennesimi esami, risulta che la malattia sta regredendo.
Anna guarisce, la sua famiglia è felice ma Emanuele, nonostante voglia condividere la felicità con la famiglia di Anna, deve partire.
Dopo circa vent’anni lui torna nell’ospedale dove aveva incontrato la piccola Anna che ormai è diventata una donna. Anna ha passato i suoi anni a studiare ed è diventata una dottoressa, proprio nell’ospedale dove era stata curata; si è costruita una famiglia con due bambini.
Quando Emanuele arriva in ospedale vede due bambini con un viso familiareche corrono nei corridoi, alza la testa e vede la “piccola” Anna e si commuove. Si raccontano quello che hanno fatto in questi anni e lui racconta la storia della sua ragazza che portava il suo stesso nome che aveva la sua stessa voglia di vivere ma che purtroppo per lei non ha potuto fare nulla.
Anna ed Emanuele rimangono grandi amici.


Alessandra, Beatrice e Francesco

...... “Questo male ce l’ha già portata via da 3 giorni, Anna mi manchi”. Emanuele è chiuso in camera sua da quando Anna se n’è andata via.
Sono tutti preoccupati per lui; sua madre decide di rompere la porta per assicurarsi che suo figlio stesse bene. Vede il ragazzo che si alza e dice alla mamma: “Ho deciso di tornare all’università”.

Cinque anni dopo...

Avendo conseguito la laurea in medicina, Emanuele decide di andare in un ospedale per fare più esperienze e vedere più malattie causate dall’amianto.
“Un altro ammalato di asbestosi, devo riuscire a trovare una cura migliore!”
Torna nel laboratorio per iniziare alcune ricerche sulle malattie dell’amianto. Giorno dopo giorno scopre delle cure migliori e cerca di migliorare sempre di più, sentendosi sempre più soddisfatto del lavoro che sta facendo.
Passano gli anni e scopre di avere un microcitoma polmonare (uno dei tumori più maligni causati soprattutto dall’amianto). Cerca di curarsi con alcune metodologie da lui sperimentate e incomincia una lunga lotta contro il cancro ma purtroppo i risultati non sono soddisfacenti.

Dopo cinque mesi di chemioterapia conclude la sua vita in modo doloroso, lasciandoci meravigliosi ricordi, avendo guarito in passato molte persone fortunate. Tuttora queste cure continuano ad essere somministrate ad altre persone.       


Marco e Luca

… Anna rimane solo un bellissimo ricordo per Emanuele.
Se ne è andata via troppo in fretta, lasciando un vuoto incolmabile e tanti dubbi sulla sua morte.
Passano diversi giorni dall’accaduto, e lui ancora non riesce a farsene una ragione.
Vuole una spiegazione a tutto questo: per alleviare il dolore del vuoto che lo sta opprimendo e per capire finalmente cosa è questa maledetta malattia chiamata “mesotelioma”.
Passa un’altra settimana ed Emanuele prende una decisione…
Essendo sempre stato un appassionato di viaggi, decide di intraprendere un lungo cammino verso la verità sulla morte della sua amata Anna.
Percorrendo la strada incontra diverse persone, le ferma e pone a tutti due semplici domande: “Cos’è il mesotelioma?” e “Cos’è l’amianto?”
Molta gente non ne ha mai sentito parlare, mentre altri trovano scuse dicendo di non avere tempo per parlarne. Capisce di aver percorso tutta questa strada per niente, o forse quasi perché tornando indietro, deluso, incontra una bella ragazza.
Decide di fare un ultimo tentativo, sperando che lei possa dargli una risposta.
Lei dice di chiamarsi Martina, e gli racconta di aver perso il padre quando era piccola a causa di questa malattia.
Finalmente ha trovato qualcuno che gli potesse raccontare tutto ciò di cui lui aveva bisogno di sapere.
Passano diverse ore insieme, parlano e si raccontano le proprie storie di vita, e prendono una scelta: viaggiare per il mondo studiando questa malattia, sempre uniti e attratti da ciò che li circonda.
Dopo vari viaggi e diversi studi, comprendono a fondo da dove derivi questa malattia, scoprendo che questo maledetto materiale proviene da fabbriche che lo producono in immense quantità per generare a loro volta tetti di abitazioni e diversi prodotti ed elettrodomestici utilizzati quotidianamente.
Capiscono quanto sia pericolosa, quanto provochi difficoltà e problemi di diverso genere, e si rendono consapevoli che porta nella maggior parte dei casi alla morte.
Purtroppo questa malattia colpisce molta gente e non ne lascia via di scampo.
Dopo 4 anni dall’incontro dei due, entrambi si ammalano di mesotelioma e da lì il loro destino è oramai segnato. Passano ancora un anno insieme, affrontando e cercando di contrastare la malattia, ma senza risultati.
Muore prima Martina e due settimane dopo Emanuele.
I due hanno cercato in tutti i modi di apprendere a fondo le caratteristiche e gli aspetti della malattia, e in parte ci sono riusciti, ma essa li ha fermati ancor prima che potessero capire a pieno quale era la ragione per la quale tanta gente come Anna e loro stavano morendo.


Carmen e Alessandro

Dopo la morte della sua amata, Emanuele si autocommisera e cade in una forte depressione. La notte non riesce a dormire perché soffre di insonnia perché lui l’amava moltissimo. I suoi genitori si preoccupano per lui e per cercare di aiutarlo standogli vicino. La loro vicinanza, però, non colma il vuoto che ha lasciato Anna. Trascorrono i mesi e sembra che il dolore sia svanito parzialmente. Si tuffa a capofitto nel lavoro, pur di non pensare ad Anna si mantiene occupato. Solo la sera quando è da solo in casa pensa ad Anna, ogni singolo oggetto, ogni fotografia ravviva la tragedia. Decide di disfarsi di tutti i ricordi e raccoglie tutte le fotografie e le deposita in una scatola nera. Era quasi simbolica quella scatola nera. Lui iniziò a pensare che dalla scomparsa di Anna vedeva tutto nero, tutti i colori che vedeva con Anna ormai erano svaniti nel nulla e con sé portò anche il suo profumo. La casa era vuota e cinica, quasi ospedaliera. Non c’era vita in quella casa. Esce di casa per fare una passeggiata lungo l’argine, il sole splende, il cielo è limpido. Improvvisamente, passeggiando, inizia a piovere. Pensava ad Anna e guardò in su, vide un arcobaleno. Improvvisamente fece caso ai colori che prima erano sbiaditi ed ora sono più nitidi e vivi che mai. Per lui quell’arcobaleno era un messaggio da parte di Anna. Anna non è morta, vive dentro di lui. Il nero si è trasformato in colori allegri e vivaci. La pioggia gli ha regalato un bellissimo arcobaleno. Il dolore si trasforma in rassegnazione e cerca di vedere le cose con occhi diversi, con gli occhi dell’amore o meglio con gli occhi di Anna. In fin dei conti lui le è stata sempre vicina, l’ha sempre amata e protetta.
Il destino li ha separati ma lui è certo che un giorno si rivedranno.


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